IL CRASH DI ROSWELL: La nascita dell’ufologia moderna

Il Crash di Roswell, elemento che indica la nascita dell’ufologia moderna, si verificò il 2 luglio 1947.

Perché venne chiamato il Crash di Roswell ?

In ufologia si usa il termine “UFO-Crash” per indicare lo schianto di un disco volante.

Roswell invece è una cittadina statunitense situata 300 km a sud-est di Albuquerque, nella Contea di Chaves, Nuovo Messico. Con poco più di 45.000 abitanti è la quinta città del Nuovo Messico.

Quindi per Crash di Roswell si intende lo schianto di un disco volante avvenuto nella cittadina di Roswell e se non proprio nella cittadina nelle immediate vicinanze.

Tutto ebbe inizio alle ore 22 quando Dan Wilmot e sua moglie seduti nel portico di casa loro a Roswell, Nuovo Messico, notarono uno strano oggetto proveniente da sud-est.

Secondo i due coniugi era composto da due piatti rovesciati, posti l’uno contro l’altro che si dirigeva verso la città di Corona.

Stando a fatti e testimonianze il disco e i suoi occupanti, che erano quattro, andarono a schiantarsi nel deserto di Corona, sulla piana di Sant’Agostino, dove vennero poi ritrovati.

Li avvenne quello che può essere definito un Crash definitivo in quanto un primo impatto avvenne nel campo dell’allevatore Bill McBrazel e quindi ci troviamo di fronte a due impatti.

Nel campo dell’allevatore il quale venne recintato dai militari giunti sul luogo appena appresa la notizia non venne trovato nessun disco ma solo alcuni resti.

Gli avieri del 509° stormo di Roswell, comandati dal maggiore Jesse Marcel confiscarono i rottami spedendoli al quartier generale di grado più elevato ossia la base aerea di Fort Worth.

Nello stesso momento Marcel con un collega aveva recuperato assieme ad esso i resti di frammenti nel campo di McBrezel e ne aveva caricato parte su un camion.

Molto più tardi venne rilasciata una dichiarazione da Jesse Marcel Junior, il figlio del maggiore, nella quale erano contenute delle importanti informazioni sui rottami trovati:

“erano strani, color violetto e porpora, simili alla plastica, leggerissimi, molto luminosi e lucenti. C’erano delle lamine sottili, su una di queste erano scritti dei caratteri che ho potuto osservare per circa cinque minuti: non erano molto grandi, circa tre pollici e mezzo, e si trattava di simboli geometrici, triangoli, cerchi e quadrati”

Un’altra serie di importanti testimonianze vennero rilasciate il 4 luglio dal colonnello Philip Corso, all’epoca distaccato con il grado di maggiore, presso la base di Fort Riley.

Egli non solo vide uno dei quattro presunti alieni quando i corpi vennero trasportati nella base di Fort Riley ma nel 1961 quando venne trasferito presso il pentagono alle dipendenze del generale Trudeau vide alcune foto riguardanti i corpi.

Oltre a ciò la sua terza testimonianza riguarda i brevetti ottenuti dalla tecnologa aliena. Ecco le tre testimonianze:

la prima riguarda la descrizione del corpo alieno.

“sulle prime pensai che fosse il cadavere di un bambino, ma non lo era. Braccia e mani strane, con quattro dita ciascuna; la testa era a bulbo e sproporzionatamente grande. Mi decisi a toccare quella pelle grigiastra, che mi diede l’impressione che fosse come di tessuto”

La seconda riguarda le informazioni del pentagono.

“poi, nel 1961, passai al pentagono alle dipendenze del generale Trudeau, che mi mostrò un archivio segreto contenente alcuni fascicoli speciali sugli alieni di Roswell e sulle autopsie. Vi era scritto che questi esseri erano degli androidi che entravano in simbiosi con il disco volante e lo pilotavano, come se essi stessi facessero parte del motore. Trudeau mi diede diverso materiale recuperato dal disco di Roswell e fui incaricato di sottoporlo a degli specialisti; dovevano scoprire, nella massima segretezza, a cosa servissero quei componenti e come utilizzarli”

La terza riguarda i possibili brevetti ottenuti

“grazie al crash di Roswell i terrestri hanno avuto il laser, le fibre ottiche, i microchip dei computer; la nostra tecnologia ha fatto un grande balzo avanti grazie allo stadio di quei frammenti e, da allora, la nostra evoluzione tecnica è mutata”.

Quattro giorni dopo ossia l’8 luglio il tenente Walter Haut, addetto all’informazione presso la base di Roswell rilasciava all’Associated Press un incredibile comunicato stampa nel quale le voci inerenti l’atterraggio di un disco volante nelle vicinanze di Roswell diventavano una realtà. Ecco una parte del comunicato:

“l’oggetto volante è precipitato vicino a una fattoria presso Roswell la settimana scorsa. L’allevatore, non disponendo di un telefono, ha sistemato il disco in un magazzino, finché non è stato in grado di prendere contatto con l’ufficio dello sceriffo il quale, a sua volta, ha informato il maggior Jesse A. Marcel del servizio informazioni del 509° Bomb Group. L’Air Force è passata immediatamente all’azione e il disco è stato rimosso dal magazzino dell’allevatore; quindi esaminato nell’aeroporto militare di Roswell e, infine, inviato dal maggiore Marcel al quartier generale”.

Ovviamente c’è qualcosa di errato in questo comunicato in quanto si è parlato di due impatti in cui il primo che ha portato solo alcuni frammenti è avvenuto nella fattoria di McBrazel e quello che ha portato al ritrovamento dell’UFO è avvenuto a Sant’Agostino.

Nonostante ciò il comunicato stava per fare il giro del mondo quando la cosa venne impedita da una telefonata fatta da un misteriosa persona a Judd Roberts, all’epoca direttore di Radio KFLG, il quale stava per comunicarlo ai suoi ascoltatori.

Al di là di tutto questo non solo Haut venne accusato di non aver mantenuto il segreto sulla questione del disco di Roswell ma anche il suo superiore, il colonnello William Blanchard venne colpito dalla stessa accusa. Le accuse erano arrivate al generale di brigata Roger Ramey, della base di Fort Worth, da parte del tenente generale Hoyt Vandemberg, vice capo dell’Air Force.

Queste accuse e questa tensione servirono a trasportare via i rottami dalla base di Wright Field con un aereo B-29 pilotato dal comandante Oliver Anderson.

Nonostante queste precauzioni che avrebbero “risolto la questione” ne andavano prese altre contro la stampa la quale andava depistata una volta per tutte visti i precedenti.

Nonostante i provvedimenti sempre nello stesso anno (1947) le autorità militari, sotto l’autorità del generale Roger Ramey, si erano limitate a sconfessare il comunicato di Walter Haut, dichiarando che: “all’esercito non risultava l’esistenza di cosiddetti UFO. Almeno, non a Roswell”. In questa affermazione Ramey aveva deliberatamente evitato di parlare di corpi alieni e dei rottami.

Diciamo che tra falsi comunicati e tentavi di depistaggio il caso Roswell rimase avvolto nel mistero fino al 1984 quando un produttore televisivo, Jaime Shandera, ricevette un plico anonimo contente documenti militari segreti, ripresi su microfilm, che rivelavano l’esistenza di un gruppo investigativo super segreto creato per lo studio della questione UFO e che prendeva il nome di:

MAJESTIC 12

Ho già spiegato la struttura del Majestic 12 in un altro articolo rapportando la famosa organizzazione super segreta al Crash di Roswell e tale collegamento risiede in uno dei presunti dodici membri ossia nel dottor Detlev Bronk.

Non vi sono ancora prove certe in quanto il Majestic 12 è avvolto da accuse di falsità ma si suppone che il dottor Bronk sia stato il medico che effettuò l’autopsia sui corpi di Roswell.

Al di là di ciò le domande che stanno sulla domanda di tutti sono:

Cosa accadde a Roswell ?

Atterrò veramente un UFO ?

Vennero trovati dei corpi ?

Il governo americano ha istituito un gruppo investigativo per studiare in gran segreto la questione ?

Risposte certe non ce ne sono e quindi non ci resta che indagare affinché la verità venga alla luce

FONTI:

Dischi volanti e altri UFO di Alfredo Lissoni

Pubblicato il 21 marzo 2011 su Ufologia. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.

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